lunedì 21 febbraio 2011

In attesa di....

Stiamo comunicando in questi giorni tramite lettera chi di voi proseguirà la seconda fase del progetto.
Il che non esclude gli altri! perché ci piacerebbe che chi comincia a lavorare in teatro con Elisa e Savino, portasse la sua esperienza anche in classe. Troveremo insieme modalità e tempi, per non perdere il lavoro svolto finora tutti insieme.
Ci sarà anche Giuseppe, il nostro fotoreporter, che immortalerà alcuni momenti del laboratorio.
Continueremo a lavorare sui temi proposti nella prima fase e li approfondiremo, apportando ognuno qualcosa di intimo, di vissuto, della nostra storia personale.
Perché stiamo facendo tutto ciò?
Perché riteniamo sia importante esplicitare determinate tematiche e farlo secondo modalità differenti rispetto alle lezioni scolastiche frontali, che ci permetterà di sviscerare i nostri più intimi pensieri e convinzioni.
Last but not least: scatteremo ancora fotografie e faremo filmati, perché sarà bello rivederci. Avremo un ricordo tangibile degli sforzi e del lavoro da noi fatti e ne resterà una memoria. Non solo per noi, ma per le generazioni future. Riusciremo a realizzare una mostra fotografica? e magari anche un video? Ce lo auguriamo.
Allora, ci vedremo giovedì 3 marzo alle 14.30 presso l'aula magna dell'Itis.
Successivamente dal 10 marzo saremo presso Teatro al Parco.
Un caro saluto e un bell'in bocca al lupo
Ilaria

domenica 6 febbraio 2011

Imparare a conoscersi, improvvisando


Gazzetta di Parma 6/2/2011

Ipsia col teatro oltre le differenze

di Marco Severo (Repubblica Parma)
"Basta chiacchiere, serve far agire i ragazzi” dice l’attore Savino Paparella, conduttore del laboratorio interculturale che sfrutta il gioco e la fisicità per favorire l’incontro fra culture. All’istituto di piazzale Sicilia, la scuola con oltre il 30 percento di immigrati e dove venne accoltellato “Guri”, in azione la quarta A.

Un’asta di legno, 14 ragazzi in cerchio. L’asta non deve cadere a terra. Mai. Al centro un giovane chiama un nome, un compagno scatta e raccoglie il bastone lasciato dall’amico. “Serve ad attivare la concentrazione, a sviluppare una coralità in forme non convenzionali” dice Elisa Cuppini, coreografa. Eccolo il laboratorio teatrale di intercultura, finanziato dal ministero della Gioventù e ideato dall’associazione di solidarietà internazione Lvia. Come in altre 12 città italiane il progetto arriva anche all’Ipsia, l’istituto professionale di piazzale Sicilia. A Parma l’iniziativa riguarda tutte le scuole del polo “difficile” di via Toscana: dall’istituto Giordani all’Itis Da Vinci e alla new entry del liceo Bertolucci, che ha promosso il pacchetto insieme al Teatro delle Briciole Fondazione delle arti.

Gli studenti, nel seminterrato dell’Ipsia, sono gli attori inconsapevoli di questo teatro-scuola: “Pensavamo di assistere a un seminario, al massimo a una recita” dice Mandeep, origine indiana, classe quarta A. E invece deve sudare Mandeep. Deve tenere caldi i riflessi e seguire il gioco dell’asta. “Julian” urla uno studente. Julian si precipita, il bastone non deve andar giù: sennò sai che figura. Tutto il gruppo ha lo stesso obiettivo. Lui e i suoi 13 compagni – quattro italiani e altri nove giovani d’origine estera (due indiani, quattro albanesi, un bulgaro, un ghanese, un moldavo, un tunisino) – sono una cosa sola. L’obiettivo è spingere i giovani a mettersi in gioco, come singoli e come gruppo, su temi che li toccano da vicino: identità e differenze, cittadinanza, diritti, gestione non violenta dei conflitti. “Basta chiacchiere – dice Savino Paparella, attore e conduttore del laboratorio – noi puntiamo a mettere in azione i ragazzi, sollecitando la presa di coscienza della propria identità e facendo venir fuori quello che si muove dentro agli adolescenti, nel tumulto emotivo e psicologico proprio di quella fase di vita”.

Se poi il tumulto emotivo ha l’Ipsia come sfondo, la faccenda si fa più seria. Poco più di un anno fa, davanti all’istituto professionale con oltre il 30 percento di immigrati venne accoltellato a morte Gurinder Saini. Guri, come lo chiamavano tutti, aveva 18 anni e veniva dall’India. Un suo coetaneo albanese – “volevo solo spaventarlo” – in una mattina di neve gli tranciò l’arteria femorale. Ecco perché “identità e differenze”, “gestione non violenta dei conflitti” qui non possono essere solo un gioco. “Che razza di integrazione può esserci quando una famiglia arriva in Italia dall’India e a quella famiglia viene ammazzato il figlio?” si domanda preoccupata Ilaria Allegri, professoressa di italiano per stranieri e coordinatrice del laboratorio. “Parma è cambiata profondamente – dice – dopo un periodo trascorso in Francia, sono tornata e ho trovato una città davvero multiculturale. Entri in aula e ti trovi davanti ragazzi africani, esteuropei, orientali”. Il cambiamento è una ricchezza, dice la Allegri. Però bisogna imparare a gestirlo, anzi farlo gestire dai ragazzi direttamente. A questo serve il gioco che non è un gioco, qui nel “ghetto” scolastico di via Toscana. “Con questa forma di incontro gli studenti tirano fuori ciò che hanno dentro – spiega la Cuppini – ridono, vengono sorpresi e intanto imparano ad agire in modo corale, a concentrarsi tutti insieme su una cosa sola”. E quando c’è da tenere in piedi un’asta in legno – una società, un’istituzione, una scuola? – sai a chi interessa sapere se sei indiano o africano?

(http://tutti-in-scena-parma.blogautore.repubblica.it/)

sabato 5 febbraio 2011

Il servizio di TV Parma


TG Parma parla di noi (5/2/2011, ore 19.30)

prima uscita su repubblica.parma!

Sul palco contro la rabbia

Sconfiggere la rabbia con il teatro. E' questo l'obiettivo del laboratorio a cui partecipano 200 ragazzi delle scuole di Via Toscana, dove poco più di un anno fa venne uccise da un suo coetaneo il giovane indiano Guri. Il progetto ideato dall'associazione Lvia in collaborazione con il Teatro delle Briciole e il liceo "Attilio Bertolucci", fa mettere in gioco gli studenti sul palcoscenico per farli diventare cittadini consapevoli e attivi, e per insegnargli a gestire in modo nonviolento i conflitti. >>>

mercoledì 2 febbraio 2011

Qualche impressione dei ragazzi...

Mettiamoci in gioco ed esprimiamo noi stessi!
é stata una bellissima attività, oltretutto molto utile per la riflessione e la conoscenza di se stessi e degli altri! Parlo da persona che ama il teatro e forse è stata solo una mia impressione, però mi avete davvero fatto venir voglia di mettermi in gioco, di tentare di esprimere me stessa...e chi mi conosce bene sa quanto mi risulti difficile.
Sono davvero felice di aver partecipato, e direi che il motivo principale per cui vi sto scrivendo è semplicemente dirvi GRAZIE, continuate finchè potete a regalare un pò di espressione ai ragazzi, perchè tanti studenti come me hanno sicuramente apprezzato questa bellissima possibilità!
Gea


Impressioni sull'attività di teatro
Per quanto mi riguarda io ho partecipato solo a un incontro di teatro.
Inizialmente sono rimasta colpita e incuriosita dalla situazione perchè non trovavo un collegamento logico al progetto di intercultura con quello del teatro.
Durante l'attività si è usato molto il linguaggio corporale, cosa che trovo originale e interassante, ma penso che alcuni compagni per vergogna o perchè hanno sottovalutato la cosa o perche non avevano interesse penso che non siano rimasti conivolti dal tipo di lavoro svolto, penso che con la nostra sia meglio utilizzare il dialogo per fare esprime opinioni ma anche sentimenti ai ragazzi.
L'attività è stata divisa in due parti, la prima non saprei come definirla, un ruolo importante in questa parte l'hanno giocato l'attenzione e la concentrazione, mentre nella seconda parte si è dato piu spazio alla nostra creatività(sempre espressa attraverso gesti e movimenti), per questo motivo ho apprezzato nettamente la seconda parte, la prima l'ho trovata più noiosa.
Alla maggiore parte dei ragazzi della classe, inclusa me, è venuto spontaneo confontare l'attività con quella fatta l'anno scorso e, anche se riconosco la differenza marcata che hanno avuto i due incontri, penso che quella dell'anno scorso sia stata la migliore,perchè ha avuto un risultato per la classe intesa come gruppo. Ma si è compreso che lo scopo di quest'attività non era quello di rafforzare il gruppo classe.
Per quanto riguarda il progetto, penso che il lavoro intrapreso dall'associazione sia molto interessante, oltre che utile, perchè da la possibilità di avvicinare i giovani a realtà lontane da loro e di viverle nel concreto.
Sara


Un piacevole...imbarazzo
ci tenevo a dire che è stata un'esperienza piacevole e interessante che spesso mi ha fatto sentire in imbarazzo, ma questa sensazione va superata nel teatro. parlo così perchè ho avuto esperienza già alle medie quando a fine anno vi era la rappresentazione teatrale di ciò che si aveva studiato per un anno. comunque, siccome è un progetto ancora agli antipodi è buono che si sviluppi in una specie di laboratorio di teatro o non so cosa poichè è piacevole e costituirebbe un'alternativa in più a chi vorrebbe e piace fare un corso di teatro.
Personalmente parlando trovo che il teatro sia uno dei mezzi per esprimere qualità personali che molto spesso rimangono assopite all'interno delle persone e nn vengono mai esternate, aiuta a interagire in maniera più semplice con gli altri ed è una sana medicina per quelle persone che a volte agiscono da introverse. ovviamente tutte queste qualità hanno comunque una loro percentuale di probabilità che varia da persona a persona e non tutte possono vedere nel teatro la medesima cosa; tuttavia sono soddisfatto degli incontri.
Pietro


To be or not to be?
S
inceramente ero molto scettica inizialmente...mi sembravano cose strampalate senza nessuna utilità, ma devo dire che mi hanno aiutato ad aprirmi ed ad essere molto più disinvolta davanti ai miei compagni di classe. Non pensavo a quello che facevo e come loro potevano vedermi o giudicarmi. Per questo mi è piaciuto ma non credo che mi sia arrivato uno dei loro obbiettivo, quello di riflettere sugli "altri", l'odio, gli stranieri.
Marta


Stanchi sì, ma felici
Il laboratorio mi stanca molto fisicamente. Però ci fa stare tutti insieme, in compagnia, giocare insieme, imparare a stare con l'altro e non a fregarlo!!!
Christian


Emozioni
Ho fatto delle nuove cose, mai fatte prima ed è un po' imbarazzante davanti ai compagni. Ma in gruppo si sta bene e poi fai delle cose che anche gli altri poi fanno. E' bello perché ti vengono delle emozioni, che non pensavi di poter esprimere.Sono timido, però qui sono riuscito a fare e a dire tante cose!
Ruben